Stamattina sono stato in visita all’istituto penale minorile di Casal del Marmo insieme alla collega Marta Bonafoni e a Simone Sapienza.
Casal del Marmo è un carcere un po’ speciale, perché ospita i minorenni dai 14 anni in su e i giovani adulti fino ai 25 anni. Un luogo in cui, vista l’età dei detenuti, la rieducazione, la formazione e l’inclusione sociale sono ancora più importanti. Proprio per questo, malgrado il clima positivo e la dedizione degli operatori, spiace aver rilevato criticità che purtroppo sono comuni alle altre carceri della regione: in particolare il sottonumero del personale di polizia penitenziaria, che riduce inevitabilmente le attività degli ospiti, e la burocrazia dell’amministrazione penitenziaria, che causa ritardi nella ristrutturazione degli edifici e nell’acquisizione delle infrastrutture necessarie, tra cui il nuovo centralino che consentirebbe ai ragazzi di telefonare più frequentemente alle famiglie.
Il nostro auspicio è che questi problemi vengano risolti appena possibile, e che le carceri, specie quelle minorili, vengano viste sempre più come presidi di inclusione in cui investire per offrire strumenti di crescita alle persone, e non come luoghi di emarginazione che non possono portare alcun risultato positivo.